Liste Rosse della Flora Italiana

Come sancito da linee guida internazionali quali Global Strategy for Plant Conservation (GSPC) e European Plant Conservation Strategy (EPCS), la valutazione del rischio d’estinzione a carico degli organismi selvatici secondo il protocollo IUCN (2001) ha un ruolo strategico nell’ambito delle azioni volte a limitare le perdite di biodiversità. Ciononostante, a livello globale, la frazione di organismi vegetali sottoposti ad assessment rimane generalmente molto ridotta (5% della flora angiospermica, 2% di quella pteridofitica, 1% o meno per brioflora e micoflora rispettivamente), poiché un quadro d’insieme esaustivo esiste solo per le gimnosperme (valutato il 92% delle entità descritte).

Per maggiori informazioni visata la sezione del sito appositamente dedicata alle Liste Rosse della Flora Italiana

Comunque, i dati disponibili evidenziano in maniera chiara gli effetti negativi dei crescenti tassi di manomissione antropica dei sistemi naturali sullo stato di conservazione della diversità biologica globale. In tal senso, è significativo che su un totale di 12.761 angiosperme valutate ben 8.677 risultano essere a rischio di estinzione. Anche in Italia, maggiore pressione antropica e rapida perdita di spazi naturali, rendono necessario delineare un quadro d’insieme inerente lo stato di salute delle specie vegetali, che possa supportare la messa in atto di adeguate azioni di tutela. Perciò, in continuità col tradizionale interesse rivolto dalla Società Botanica Italiana alla redazione di Liste Rosse di specie a rischio, lo sforzo volontario di tanti botanici italiani e la promozione continua da parte della loro società scientifica di riferimento, hanno determinato un significativo avanzamento in termini quantitativi e qualitativi delle attività concernenti la redazione di Liste Rosse. 

A livello internazionale, il contributo dei botanici italiani si è recentemente concretizzato nell’attiva partecipazione alla redazione da parte dell’IUCN della prima Lista Rossa ufficiale dell’unione europea, che ne è attualmente priva nonostante il 10% delle sue specie vegetale sia stimato essere a rischio. Per colmare tale vuoto, il progetto ha quindi incluso circa 2000 specie vegetali vascolari, di cui oltre 600 presenti sul territorio Italiano, ripartite fra policy species, piante acquatiche, e crop wild relatives (CWR). E' possibile consultare e scaricare tali liste sul sito della IUCN. In precedenza, i botanici italiani sempre organizzati dai Gruppi per la conservazione e per la Floristica della S.B.I., avevano partecipato all’assessment delle piante delle zone umide del Bacino del Mediterraneo. In parallelo, va sottolineato come sia cresciuta la presenza di taxa Italiani nelle Liste Rosse globali dell’IUCN. Infatti, mentre tra il 1998 ed il 2006 queste annoveravano solo 31 taxa spontanei della flora Italiana, a gennaio 2011 le entries italiane sono divenute ben 239. Queste attività cominciano peraltro a fornire indicazioni di base sullo stato di conservazione della nostra flora. ad esempio, otre il 30% dei taxa endemici italiani sottoposti ad assessment risultano essere, a vario titolo, a rischio d’estinzione. Una prova ulteriore  di quanto sia urgente e non procrastinabile l’acquisizione di conoscenze più comprensive. Tra le tante iniziative in favore delle Liste Rosse promosse dalla Società Botanica Italiana, lo spazio editoriale dedicato dall’Informatore Botanico Italiano alla pubblicazione di schede di assessment ha avuto senza dubbio un ruolo promozionale cruciale. Lo testimonia il fatto che l’iniziativa pilota, culminata nel 2008 con la pubblicazione del Supplemento della rivista dedicato all’Iniziativa per l’Implementazione in Italia delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse (“Flora da conservare”), può essere oggi ulteriormente arricchita con un terzo contributo, dopo il secondo del 2010, in cui si lanciò la forma di rubrica fissa. In questo numero dell’Informatore Botanico Italiano vengono infatti presentate 24 nuove schede di assessment, inerenti 17 piante vascolari, 6 briofite ed 1 lichene, frutto del lavoro di 43 botanici italiani. Insieme al riscontro dei nuovi contributi già sottomessi, questi dati indicano il vivo interesse per un’iniziativa editoriale che può dare maggiore ufficialità scientifica e forza alle ragioni di chi è impegnato a segnalare presso policy makers, locali e non, l’urgenza di efficaci misure di salvaguardia per le nostre specie vegetali più preziose. Inoltre, a supporto del futuro lavoro sulle Liste Rosse, le schede di assessment sono seguite da un contributo di natura metodologica. Questo, in accordo con quanto deliberato in occasione dell’ultima riunione del Gruppo per la conservazione della natura della S.B.I. (Firenze, Giugno 2011), propone l’utilizzo di un riferimento standard a scala nazionale per il calcolo della superficie occupata dalle specie. un’esigenza suggerita dalle esperienze maturate in altri paesi e da quanto già fatto in Italia. Esperienze che portano a constatare quanto l’utilizzo di tale parametro sia frequente nell’assessment di taxa vegetali, e richieda un approccio omogeneo per fornire stime stabili e confrontabili. Quanto illustrato testimonia ulteriori passi in avanti, sebbene limitati, per una migliore conoscenza della condizione di rischio a carico della flora italiana. Testimonia soprattutto che la definizione di un quadro esaustivo è resa possibile, in attesa di un maggior coinvolgimento e supporto istituzionale, dalla passione ed iniziativa dei botanici italiani. In tal senso, è lecito prospettare una sostanziale continuità d’azione in tema di Liste Rosse, resa possibilmente ancora più efficace da uno sforzo coordinato indirizzato ad entità in qualche misura prioritarie, come i taxa che, in quanto esclusivi del nostro territorio, ci investono della massima responsabilità per la loro conservazione a livello globale. Tuttavia, la necessità di attirare l’attenzione di organismi sovra-nazionali sulle esigenze di conservazione della diversità floristica italiana, suggerisce di rivolgere grande interesse anche sulle “policy species” richiamate nelle varie direttive internazionali. In tal senso, verrà presto divulgata una lista d’attenzione costituita da ca. 350 taxa su cui provare a catalizzare gli sforzi futuri, ferma restando l’utilità di ogni contributo ritenuto opportuno. Speriamo che queste brevi note possano aver rappresentato un’utile sintesi dello stato dell’arte, e delle sfide che ci attendono per avvicinarci alla redazione di una Lista Rossa della Flora vascolare e crittogamica d’Italia secondo i più moderni standard internazionali.

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