CULTIVAR

CULTIVAR: INDIVIDUAZIONE, CATALOGAZIONE E INCREMENTO DELLE COLLEZIONI DI RISORSE GENETICHE VEGETALI A RISCHIO DI ESTINZIONE O EROSIONE GENETICA DI INTERESSE AGRICOLO IN LOMBARDIA (L. N. 194/2015)

Durata del progetto: 12 mesi, da 1 novembre 2019/30 Ottobre 2020

La biodiversità locale tipica dei nostri territori è sempre più in abbandono. Di solito sono coltivate in poche località e in scarsa quantità, più che altro come consuetudine di famiglia, ogni anno con le stesse sementi, magari tramandate da 3-4 generazioni. Lo scopo in genere è avere una piccola produzione famigliare, per mantenere "antichi" sapori della propria tradizione.  Spesso si tratta di singoli agricoltori, ancor più pensionati che le coltivano nell'orto di casa. L'attività agricola moderna da un lato e l'età anagrafica dall'altra, inducono moltissimi ad abbandonare queste colture e tradizioni famigliari, spesso uniche, e il loro abbandono significa quasi sempre la perdita di biodiversità,  irripetibile.   Appare pertanto fondamentale per salvare queste "antiche varietà agricole" dall'estinzione censirle, recuperare almeno una parte di semi e conservarle in sedi sicure, come le Banche del Germopalsma, soprattutto di natura pubblica, come quella dell'Università di Pavia. Poi, una volta censite e conservate, sarà possibile  studiarle, in stretta collaborazione con chi fino ad ora le ha coltivate a casa propria e che conosce i segreti per crescerle e anche per valorizzarle in cucina. Con i dati raccolti sarà poi possibile chiedere al Ministero dell'Agricoltura (MIPAAF) l'iscrizione ad un recente strumento normativo che aiuta a salvaguardare queste piante, riconoscendone ufficialmente l'esistenza e dando così a loro una identità, per non perderle, mai; per altro è possibile anche agli agricoltori custodi tale iscrizione, come aziende agricole che le conservano in campo (on farm) e in base a questo potranno scambiarsi tra loro, finalmente legalmente, i loro semi. E' la Legge nazionale n. 194/2015 sull'agrobiodiversità, che la Regione Lombardia vuole mettere in pratica, grazie anche a questo progetto, CULTIVAR, che sta realizzando l'Università di Pavia. Aiutateci a ritrovare queste piante testimoni della coltura e cultura della Lombardia. Email di riferimento: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">graziano.rossi@unipv.it , tel 0382 984883.

Sul piano delle cultivar specificamente trattate in questo progetto, cioè quelle tradizionali locali (dette landrace) va ricordato per la Regione Lombardia il D.d.s. 11 ottobre 2013 n. 9167 sulla base del quale è stato successivamente possibile il riconoscimento e la valorizzazione di molte di esse, registrate come “Varietà da Conservazione” (es. Mais spinato di Gandino, Cipolla dorata di Voghera, Cipolla rossa di Breme, Mais rostrato rosso di Rovetta, ecc.) ed inserite di conseguenza nel Registro Varietale Nazionale MIPAAF. Alcune sono state poi anche inserite in vere e proprie filiere produttive di un certo interesse, non solo locale e a Km zero ma anche della grande distribuzione. Pur nella specificità del settore, caratterizzato da piccole produzioni di nicchia, ma con un mercato che spunta prezzi mediamente molto più alti, l’interesse dei consumatori è andando sempre crescendo, vedendo comparire questi prodotti anche nelle grandi catene di supermercati, pur mantenendo la loro identità e arrivando a competere con cultivar ben più note, come ad es. la Cipolla rossa precoce di Breme verso la Cipolla di Tropea IGP, oppure la Cipolla dorata di Voghera, che, grazie anche alla lavorazione sul piano industriale (grazie all’azienda Unica di Voghera), riesce di nuovo a competere con le grosse produzioni piemontesi o dalla Francia.

Un quadro sinottico di queste produzioni locali di qualità, spesso tradizionali, è riportata dalla Carta dei prodotti della Lombardia (ERSAF, 2014, www.buonalombardia.it), dove sono inseriti anche i PAT, DOC, IGP e simili indicazioni speciali.

Inoltre, l’interesse produttivo è accresciuto anche grazie a iniziative di Regione Lombardia. Soprattutto nei primi anni 2000, Regione Lombardia ha investito in ricerche e studi per la conoscenza, ma anche per il miglioramento, di varie cultivar locali tradizionali, sia in ambito cerealicolo per i mais (Bertolini, 2002), sia per varie ortive (studi ad es. a cura di M. Schiavi, CREA, per cipolla e melone, cfr Regione Lombardia, 2005).

Un notevole interesse da parte degli agricoltori (molti aspiranti “custodi” di queste varietà) è emerso anche recentemente con la realizzazione del progetto REliVE-L, cofinanziato dall'operazione 1.2.01 del PSR 2014-2020 di Regione Lombardia (resp. Università di Pavia, con Università di Milano Statale).

In questo contesto positivo va poi considerato anche il settore dell’agricoltura non convenzionale, in particolare quella detta biologica, in continua espansione e crescita a livello di profitto, attenta alle cultivar locali tradizionali, in quanto spesso (non sempre), più frugali e meno soggette a malattie rispetto alle moderne cultivar; inoltre le Varietà da Conservazione possono essere usate anche come semente in ambito biologico, sia pur non allevate come semente di partenza in ambito biologico (deroga) oltre che a quelle PAT e si auspica che ciò possa avvenire in futuro anche per le varietà iscritte all’Anagrafe Nazionale di cui alla legge 194/2015.

Inoltre si può ancora evidenziare che:

 1)    diverse colture e varietà locali trascurate possono ancora essere trovate nell'Italia settentrionale ed anche in Lombardia, nonostante lo sviluppo industriale dell’agricoltura;

2)    il ruolo degli agricoltori custodi è stato fondamentale nella loro sopravvivenza fino ad ora e potrebbe esserlo anche in futuro, in un’ottica produttiva di recupero e rilancio;

3)    le indagini etnobotaniche sono potenti strumenti per rilevare le risorse genetiche trascurate;

4)    alcuni di questi PGR sono ancora minacciati mentre altri stanno vivendo processi di revival di massa a causa della riscoperta di cibi tradizionali.

Obiettivi del progetto

Appare fondamentale la necessità di censire la biodiversità tradizionale della Lombardia quanto a landrace di ortive, cerealicole e, per quanto possibile auspicabilmente anche di frutti e viti “antiche” e di immettere le conoscenze acquisite in un unico strumento conoscitivo; infatti, come sopra illustrato, esse risultano solo parzialmente note in letteratura o nei repertori locali o comunque spesso disperse in più fonti, oppure ancora da definire. Questo in primis verificando cosa riporta la letteratura nota (ufficiale e grigia), nonché cosa contengono le collezioni in essere di semi o cloni (es. presso Banche del Germoplasma, campi catalogo e raccolte pubbliche e private, ecc.), nonché, infine, percorrendo il territorio e raccogliendo campioni vivi e testimonianze degli agricoltori, custodi consapevoli o meno di questa importante biodiversità. Molte sono le conoscenze

disponibili, da mettere a sistema (rendendo così anche potenzialmente possibile l’iscrizione

all’Anagrafe Nazionale). Inoltre, resta importante ancora censire sul campo le possibili entità fin qui mai individuate, che permangono soprattutto nelle zone marginali rispetto all’agricoltura industrializzata, come le zone di montagna e non solo.

Rispondendo alle richieste dell’Amm.ne centrale nazionale con l’attuazione della L. n. 194/2015 anche Regione Lombardia potrà così finalmente entrare a pieno titolo a far parte del Sistema nazionale di tutela e valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare previsto da questa normativa.

Gli obiettivi specifici del progetto nell’anno di attività prevista sono così definibili:

 il censimento delle collezioni esistenti delle cultivar tradizionali lombarde e delle entità già note in letteratura;

  1. loro recupero almeno parziale e conservazione ex situ, almeno per quanto riguarda quelle con seme (solo se ortodosse) presso un centro unico in ambito regionale, rappresentato dalla Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia;
  2. corretta caratterizzazione morfologica e individuazione delle risorse tradizionali locali studiate almeno per le principali cultivar tradizionali lombarde, finalizzata alla futura iscrizione delle risorse locali all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di cui alla L. n. 194/2015;
  3. caratterizzazione agronomica di cultivar tradizionali, almeno per quelle a ciclo annuale;
  4. Individuazione di possibili “agricoltori custodi” e raccolta presso i medesimi di testimonianze scritte (interviste) circa la loro acquisizione in Famiglia/azienda, tecniche di coltivazione adottate e mantenute tradizionalmente, mantenimento in purezza e uso alimentare;
  5. comunicazione e divulgazione delle attività svolte di individuazione, recupero, caratterizzazione, conservazione e possibile valorizzazione delle cultivar trattate, almeno per grandi categorie e/o territori;
  6. individuazione, almeno in fase esemplificativa e sperimentale, di due “Itinerari della Biodiversità agricola ritrovata lombarda”
  7. primo tentativo di costituzione a livello regionale di una “Comunità del cibo e della biodiversità” di cui alla L. n. 194/2015, dedicata alle landrace lombarde.

COME PARTECIPARE AL PROGETTO

Avanziamo a tutti, in primis agli agricoltori lombardi, nonchè agli appassionati e ovviamente alle istituzioni che si occupano di agrobiodiversità, la richiesta di collaborazione, con lo scopo di censire le possibili entità vegetali tradizionali che in teoria potrebbero aspirare ad essere poi inserite nell'Anagrafe Nazionale tramite il progetto che stiamo svolgendo (acronimo "CULTIVAR, vedi allegati), con riferimento alla legge nazionale n 194/2015. 

Pertanto siamo interessati a ricevere entro possibilemnte entro giugno 2020 la segnalazioni di studi, ricerche, indicazioni anche di singole entità (da seme o anche legnose come "Frutti antichi"), al fine di contribuire con ciò a redarre un primo elenco regionale, a cui stiamo lavorando come Università di Pavia, su mandato della Regione Lombardia. A tal scopo, se emergessero, alleghiamo anche una scheda di intervista al detentore della risorsa fitogenetica di possibile interesse, sia pubblico che privato, la dove ci siano anche singole entità di interesse ("vecchie" varietà agricole locali), oltre che eventuali raccolte vive, arboreti, ecc. 

SCHEDA DI INTERVISTA

Operativamente, Vi chiediamo, qualora emerga qualcosa, di segnalarcele (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">grazianoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.), se possibile poi utilizzando la scheda di intervista allegata, dove dovrebbe comparire anche la persona/persone eventualmente da contatatre in un secondo tempo da parte nostra per indagini più approfondite; invece se si tratta di una raccolta di alberi da frutto tradizionali, anche qui sarebbe utile per noi avere informazioni sulla localizzazione e breve descrizione di cosa  sia presente, ma anche su come si possa poi eventualmente approfondire la conoscenza, indicando una persona di riferimento, con tel, email...ecc. 

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