CULTIVAR
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- Pubblicato Sabato, 21 Marzo 2020 01:40
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CULTIVAR: INDIVIDUAZIONE, CATALOGAZIONE E INCREMENTO DELLE COLLEZIONI DI RISORSE GENETICHE VEGETALI A RISCHIO DI ESTINZIONE O EROSIONE GENETICA DI INTERESSE AGRICOLO IN LOMBARDIA (L. N. 194/2015)
Durata del progetto: 12 mesi, da 1 novembre 2019/30 Ottobre 2020
La biodiversità locale tipica dei nostri territori è sempre più in abbandono. Di solito sono coltivate in poche località e in scarsa quantità, più che altro come consuetudine di famiglia, ogni anno con le stesse sementi, magari tramandate da 3-4 generazioni. Lo scopo in genere è avere una piccola produzione famigliare, per mantenere "antichi" sapori della propria tradizione. Spesso si tratta di singoli agricoltori, ancor più pensionati che le coltivano nell'orto di casa. L'attività agricola moderna da un lato e l'età anagrafica dall'altra, inducono moltissimi ad abbandonare queste colture e tradizioni famigliari, spesso uniche, e il loro abbandono significa quasi sempre la perdita di biodiversità, irripetibile. Appare pertanto fondamentale per salvare queste "antiche varietà agricole" dall'estinzione censirle, recuperare almeno una parte di semi e conservarle in sedi sicure, come le Banche del Germopalsma, soprattutto di natura pubblica, come quella dell'Università di Pavia. Poi, una volta censite e conservate, sarà possibile studiarle, in stretta collaborazione con chi fino ad ora le ha coltivate a casa propria e che conosce i segreti per crescerle e anche per valorizzarle in cucina. Con i dati raccolti sarà poi possibile chiedere al Ministero dell'Agricoltura (MIPAAF) l'iscrizione ad un recente strumento normativo che aiuta a salvaguardare queste piante, riconoscendone ufficialmente l'esistenza e dando così a loro una identità, per non perderle, mai; per altro è possibile anche agli agricoltori custodi tale iscrizione, come aziende agricole che le conservano in campo (on farm) e in base a questo potranno scambiarsi tra loro, finalmente legalmente, i loro semi. E' la Legge nazionale n. 194/2015 sull'agrobiodiversità, che la Regione Lombardia vuole mettere in pratica, grazie anche a questo progetto, CULTIVAR, che sta realizzando l'Università di Pavia. Aiutateci a ritrovare queste piante testimoni della coltura e cultura della Lombardia. Email di riferimento: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">graziano.rossi@unipv.it , tel 0382 984883.
Progetto CORE SAVE
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- Pubblicato Sabato, 21 Marzo 2020 00:59
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COstituzione di una REte Regionale per la SAlvaguardia del Germoplasma VEgetaletradizionale lombardo
Il progetto mira in primis a cerare una rete regionale multicentrica finalizzata alla conservazione ex situ di varietà locali tradizionali lombarde (landrace), da mettere in sicurezza ma anche rendere disponibili il più possibile per progetti di ri-coltivazione. I soggetti interessati (partner) sono centri di ricerca e aziende agricole operanti in vari ambiti e tipo di conduzione (agricolo, vivaistico, conduzione convenzionale o biologica, in pianura o montagna). Lo scopo è quello di avere nel giro di tre anni un lotto di sementi significativo per una serie di entità target (una decina), in termini di buona caratterizzate sul piano morfologico e genetico, sementi sane e in quantità sufficiente per avviare primi progetti di moltiplicazione massiva o per coltivazione pura. In tal modo non solo si renderà stabile (rete) la conservazione ex situ, anche dopo la fine del progetto grazie alla rete costituita che potrà continuare ad operare anche autonomamente, ma si promuoverà anche quella in situ/on farm, visto anche l’interesse crescente degli agricoltori, sempre alla ricerca di nuove coltivazioni da testare e piccole filiere territoriali da lanciare o rilanciare. Entità che verranno trattate: borlotto, fagiolo dell’occhio, zucca da inverno, frumento, orzo, mais, ecc.
Il progetto ha durata di 36 mesi a partire dal 31 Luglio 2019
Conservazione della Biodiversità vegetale in Himalaya
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- Pubblicato Mercoledì, 19 Febbraio 2014 11:21
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Lo scopo del progetto è avviare e rendere quindi autonoma nel tempo la conservazione della biodiversità vegetale in Nepal, attraverso la conservazione ex situ delle piante spontanee dell’Himalaya nella prima Seed Bank ad esse dedicata (situata presso i laboratori del NAST a Lalitpur, Kathmandu e avviata nell’ambito del progetto SHARE, sempre gestito da Ev-K2-CNR), e il miglioramento delle conoscenze in questo ambito delle istituzioni scientifiche locali (NAST, Tribhuvan University) e delle popolazioni locali. Attenzione particolare viene posta alle piante spontanee medicinali, alpine, subalpine, alle piante spontanee parenti delle specie coltivate (CWR Crop Wild Relatives) ed alle varietà locali coltivate nell’area del Sagarmatha National Park (zona dell’Everest), soprattutto se dotate di particolari proprietà nutrizionali e salutistiche. La conservazione di queste specie garantirà anche una maggiore sicurezza alimentare e della salute umana, per le future generazioni, nel rispetto della biodiversità, e con la prospettiva di realizzare uno sviluppo eco-compatibile. Questo è in linea anche con uno dei temi principali di EXPO2015.
Il progetto è realizzato grazie alla sovvenzione dal Comune di Milano nell’ambito del bando “Milano per la difesa, incremento e valorizzazione della biodiversità. Contributi a favore della solidarietà e della cooperazione internazionale – anno 2010”
Per ulteriori informazioni visita la pagina dedicata al progetto dell' Ev-K2-CNR.
REliVE-L
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- Pubblicato Mercoledì, 23 Maggio 2018 08:47
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BUONE PRATICHE PER IL RECUPERO, LA COLTIVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DI CULTIVAR LOCALI TRADIZIONALI LOMBARDE
Il progetto vuole fornire agli agricoltori interessati a diventare “agricoltori custodi” o già produttori di cultivar tradizionali “ritrovate” i necessari strumenti tecnici e le opportune conoscenze per operare una corretta conservazione in situ (on farm) delle cultivar tradizionali, anche attraverso tecniche avanzate di mantenimento in purezza e per poter riprodurre semente di qualità (autoproduzione, avvio di piccole ditte sementiere), attraverso tecniche specifiche sia di coltivazione che di conservazione delle sementi (home seed bank).
Link al alla pagina di progetto
Il genere Festuca L. (poacea) in Italia
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- Pubblicato Domenica, 22 Settembre 2013 17:36
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A cura di: Bruno Foggi (*), Graziano Rossi (**), Maria Adele Signorini (*), Lia Pignotti (*), Gilberto Parolo (**)
Disegni: Anne Maury e Laura Vivona (Firenze)
Le ricerche sul genere Festuca in Italia sono in parte finanziate attraverso i progetti SYNTHESYS: FR-TAF-5574 "Taxonomic research on broad-leaved fescues in Europe" e AT-ATF-2093 "Nomenclatural researches on the Genus Festuca in Europe".
Il genere Festuca, nella sua più ampia accezione, presenta una distribuzione Cosmopolita. E’ presente con un numero più o meno abbondate di specie in tutte le aree del mondo: Europa, Asia, Africa del nord, Africa del sud, montagne dell’Africa equatoriale, America settentrionale e meridionale (escluse le aree equatoriali), Asia meridionale (escluse le aree equatoriali), Australia, isole pacifiche e atlantiche. Praticamente in tutte le aree ad eccezione di quelle a clima equatoriale.
Allo stato attuale delle conoscenze risulta difficile dire di quante specie è costituito il genere. Tzelev (1983) riporta fra 300-400 specie, secondo Clayton & Renvoize (1986) ± 450, ma mancano i recenti contributi sull’America settentrionale, andina e la Cina e le recenti messe a punto sull’area di competenza dell’Euro-Med project. Possiamo quindi dire che si possa arrivare a circa 600 specie.
Per quanto riguarda l’Europa Markgraf-Dannenberg (1980) riporta 170 specie ma nell’ultima messa a punto si arriva a oltre 200 specie, nonostante le indagini non siano ancora terminate.