Conservazione della Biodiversità vegetale in Himalaya
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- Pubblicato Mercoledì, 19 Febbraio 2014 11:21
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Lo scopo del progetto è avviare e rendere quindi autonoma nel tempo la conservazione della biodiversità vegetale in Nepal, attraverso la conservazione ex situ delle piante spontanee dell’Himalaya nella prima Seed Bank ad esse dedicata (situata presso i laboratori del NAST a Lalitpur, Kathmandu e avviata nell’ambito del progetto SHARE, sempre gestito da Ev-K2-CNR), e il miglioramento delle conoscenze in questo ambito delle istituzioni scientifiche locali (NAST, Tribhuvan University) e delle popolazioni locali. Attenzione particolare viene posta alle piante spontanee medicinali, alpine, subalpine, alle piante spontanee parenti delle specie coltivate (CWR Crop Wild Relatives) ed alle varietà locali coltivate nell’area del Sagarmatha National Park (zona dell’Everest), soprattutto se dotate di particolari proprietà nutrizionali e salutistiche. La conservazione di queste specie garantirà anche una maggiore sicurezza alimentare e della salute umana, per le future generazioni, nel rispetto della biodiversità, e con la prospettiva di realizzare uno sviluppo eco-compatibile. Questo è in linea anche con uno dei temi principali di EXPO2015.
Il progetto è realizzato grazie alla sovvenzione dal Comune di Milano nell’ambito del bando “Milano per la difesa, incremento e valorizzazione della biodiversità. Contributi a favore della solidarietà e della cooperazione internazionale – anno 2010”
Per ulteriori informazioni visita la pagina dedicata al progetto dell' Ev-K2-CNR.
Conservazione ed ecoturismo in Valle dei Ratti
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- Pubblicato Sabato, 14 Gennaio 2012 16:18
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Questo progetto realizzato in collaborazione con la Comunità Montana della Valchiavenna, grazie al cofinanziamento di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, ha permesso di compiere delle azioni di miglioramento dell'habitat prioritario H*6230 Nardeti ricchi di specie. Inoltre, mediante un campagna di divulgazione, si è voluto promuovere l'ecoturismo in Valle dei Ratti e negli altri siti della RETE NATURA 2000 presenti in Valchiavenna e non solo...
Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il sito internet realizzato appositamente per il progetto.
Il genere Festuca L. (poacea) in Italia
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- Pubblicato Domenica, 22 Settembre 2013 17:36
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A cura di: Bruno Foggi (*), Graziano Rossi (**), Maria Adele Signorini (*), Lia Pignotti (*), Gilberto Parolo (**)
Disegni: Anne Maury e Laura Vivona (Firenze)
Le ricerche sul genere Festuca in Italia sono in parte finanziate attraverso i progetti SYNTHESYS: FR-TAF-5574 "Taxonomic research on broad-leaved fescues in Europe" e AT-ATF-2093 "Nomenclatural researches on the Genus Festuca in Europe".
Il genere Festuca, nella sua più ampia accezione, presenta una distribuzione Cosmopolita. E’ presente con un numero più o meno abbondate di specie in tutte le aree del mondo: Europa, Asia, Africa del nord, Africa del sud, montagne dell’Africa equatoriale, America settentrionale e meridionale (escluse le aree equatoriali), Asia meridionale (escluse le aree equatoriali), Australia, isole pacifiche e atlantiche. Praticamente in tutte le aree ad eccezione di quelle a clima equatoriale.
Allo stato attuale delle conoscenze risulta difficile dire di quante specie è costituito il genere. Tzelev (1983) riporta fra 300-400 specie, secondo Clayton & Renvoize (1986) ± 450, ma mancano i recenti contributi sull’America settentrionale, andina e la Cina e le recenti messe a punto sull’area di competenza dell’Euro-Med project. Possiamo quindi dire che si possa arrivare a circa 600 specie.
Per quanto riguarda l’Europa Markgraf-Dannenberg (1980) riporta 170 specie ma nell’ultima messa a punto si arriva a oltre 200 specie, nonostante le indagini non siano ancora terminate.
CULTIVAR
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- Pubblicato Sabato, 21 Marzo 2020 01:40
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CULTIVAR: INDIVIDUAZIONE, CATALOGAZIONE E INCREMENTO DELLE COLLEZIONI DI RISORSE GENETICHE VEGETALI A RISCHIO DI ESTINZIONE O EROSIONE GENETICA DI INTERESSE AGRICOLO IN LOMBARDIA (L. N. 194/2015)
Durata del progetto: 12 mesi, da 1 novembre 2019/30 Ottobre 2020
La biodiversità locale tipica dei nostri territori è sempre più in abbandono. Di solito sono coltivate in poche località e in scarsa quantità, più che altro come consuetudine di famiglia, ogni anno con le stesse sementi, magari tramandate da 3-4 generazioni. Lo scopo in genere è avere una piccola produzione famigliare, per mantenere "antichi" sapori della propria tradizione. Spesso si tratta di singoli agricoltori, ancor più pensionati che le coltivano nell'orto di casa. L'attività agricola moderna da un lato e l'età anagrafica dall'altra, inducono moltissimi ad abbandonare queste colture e tradizioni famigliari, spesso uniche, e il loro abbandono significa quasi sempre la perdita di biodiversità, irripetibile. Appare pertanto fondamentale per salvare queste "antiche varietà agricole" dall'estinzione censirle, recuperare almeno una parte di semi e conservarle in sedi sicure, come le Banche del Germopalsma, soprattutto di natura pubblica, come quella dell'Università di Pavia. Poi, una volta censite e conservate, sarà possibile studiarle, in stretta collaborazione con chi fino ad ora le ha coltivate a casa propria e che conosce i segreti per crescerle e anche per valorizzarle in cucina. Con i dati raccolti sarà poi possibile chiedere al Ministero dell'Agricoltura (MIPAAF) l'iscrizione ad un recente strumento normativo che aiuta a salvaguardare queste piante, riconoscendone ufficialmente l'esistenza e dando così a loro una identità, per non perderle, mai; per altro è possibile anche agli agricoltori custodi tale iscrizione, come aziende agricole che le conservano in campo (on farm) e in base a questo potranno scambiarsi tra loro, finalmente legalmente, i loro semi. E' la Legge nazionale n. 194/2015 sull'agrobiodiversità, che la Regione Lombardia vuole mettere in pratica, grazie anche a questo progetto, CULTIVAR, che sta realizzando l'Università di Pavia. Aiutateci a ritrovare queste piante testimoni della coltura e cultura della Lombardia. Email di riferimento: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">graziano.rossi@unipv.it , tel 0382 984883.
Liste Rosse della Flora Italiana
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- Pubblicato Martedì, 07 Febbraio 2012 13:23
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Come sancito da linee guida internazionali quali Global Strategy for Plant Conservation (GSPC) e European Plant Conservation Strategy (EPCS), la valutazione del rischio d’estinzione a carico degli organismi selvatici secondo il protocollo IUCN (2001) ha un ruolo strategico nell’ambito delle azioni volte a limitare le perdite di biodiversità. Ciononostante, a livello globale, la frazione di organismi vegetali sottoposti ad assessment rimane generalmente molto ridotta (5% della flora angiospermica, 2% di quella pteridofitica, 1% o meno per brioflora e micoflora rispettivamente), poiché un quadro d’insieme esaustivo esiste solo per le gimnosperme (valutato il 92% delle entità descritte).