Mitigazione degli effetti del cambiamento climatico
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- Pubblicato Mercoledì, 27 Giugno 2012 12:35
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Negli ultimi 20 anni si é assistito ad un’accelerazione degli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui la perdita di numerose popolazioni di piante spontanee rare e di interesse floristico. Particolarmente a rischio sono gli ambienti umidi di pianura e quelli di alta montagna.
Per arrestare la perdita di biodiversità e i danni dovuti ai cambiamenti climatici, la strategia prioritaria internazionalmente riconosciuta consiste in azioni integrate di conservazione in situ (ovvero nel loro ambiente naturale di vita) e ex situ (cioè al di fuori dell’habitat naturale).
Per il progetto sono state selezionate una serie di specie minacciate dal riscaldamento climatico.
L'Università degli Studi di Pavia ha effettuato le raccolte in campo di queste specie.
Parte di questi semi è stata destinata alla conservazione ex situ, cioè sono stati messi al sicuro nella banca del germoplasma. In tale struttura, i semi raccolti in natura, vengono puliti, essiccati e poi congelati, in modo da poterli mantenere vitali per centinia di anni.
Il resto dei semi è stato impiegato per la conservazione in situ. Cioè una volta fatti germinare i semi, sono stati coltivati fino ad ottenere piante adulte che verranno destine a interventi di reintroduzione o rafforzamento e per la realizzazioe di display gardens.
Il progetto è stato cofinanziato da Fondazione Cariplo, e i partenr sono il Parco del Monte Barro, con il Centro Flora Autoctona e il Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente dell'università di Pavia.
Progetto CORE SAVE
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- Pubblicato Sabato, 21 Marzo 2020 00:59
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COstituzione di una REte Regionale per la SAlvaguardia del Germoplasma VEgetaletradizionale lombardo
Il progetto mira in primis a cerare una rete regionale multicentrica finalizzata alla conservazione ex situ di varietà locali tradizionali lombarde (landrace), da mettere in sicurezza ma anche rendere disponibili il più possibile per progetti di ri-coltivazione. I soggetti interessati (partner) sono centri di ricerca e aziende agricole operanti in vari ambiti e tipo di conduzione (agricolo, vivaistico, conduzione convenzionale o biologica, in pianura o montagna). Lo scopo è quello di avere nel giro di tre anni un lotto di sementi significativo per una serie di entità target (una decina), in termini di buona caratterizzate sul piano morfologico e genetico, sementi sane e in quantità sufficiente per avviare primi progetti di moltiplicazione massiva o per coltivazione pura. In tal modo non solo si renderà stabile (rete) la conservazione ex situ, anche dopo la fine del progetto grazie alla rete costituita che potrà continuare ad operare anche autonomamente, ma si promuoverà anche quella in situ/on farm, visto anche l’interesse crescente degli agricoltori, sempre alla ricerca di nuove coltivazioni da testare e piccole filiere territoriali da lanciare o rilanciare. Entità che verranno trattate: borlotto, fagiolo dell’occhio, zucca da inverno, frumento, orzo, mais, ecc.
Il progetto ha durata di 36 mesi a partire dal 31 Luglio 2019
Riqualificazione Castagneti della Val Codera
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- Pubblicato Venerdì, 31 Maggio 2013 08:49
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Il progetto Riqualificazione ambientale e gestione degli habitat “Lande secche europee” e “Foreste di Castanea sativa” nel SIC/ZPS Val Codera” prevede l’attuazione di buone ed idonee pratiche selvi-colturali ed agronomiche, volte a favorire la conservazione degli habitat di interesse dell’Unione Europea, riferibili alla vegetazione xerica di tipo submediterraneo afferente all’habitat 4030 (All. I dir. 43/92/CEE), ed il recupero e la gestione delle formazioni a Castanea sativa, afferenti all’habitat 9260 (All. I dir. 43/92/CEE), presenti nella porzione occidentale del SIC/ZPS IT2040018 “Val Codera” (laterale in sinistra idrografica della Valchiavenna, in Provincia di Sondrio).
REliVE-L
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- Pubblicato Mercoledì, 23 Maggio 2018 08:47
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BUONE PRATICHE PER IL RECUPERO, LA COLTIVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DI CULTIVAR LOCALI TRADIZIONALI LOMBARDE
Il progetto vuole fornire agli agricoltori interessati a diventare “agricoltori custodi” o già produttori di cultivar tradizionali “ritrovate” i necessari strumenti tecnici e le opportune conoscenze per operare una corretta conservazione in situ (on farm) delle cultivar tradizionali, anche attraverso tecniche avanzate di mantenimento in purezza e per poter riprodurre semente di qualità (autoproduzione, avvio di piccole ditte sementiere), attraverso tecniche specifiche sia di coltivazione che di conservazione delle sementi (home seed bank).
Link al alla pagina di progetto
Varietà Agronomiche da Conservazione
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- Pubblicato Sabato, 14 Gennaio 2012 15:18
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Recentemente la Banca del Germoplama dell'Università di Pavia ha aperto le porte dei suoi congelatori ai semi delle specie agronomiche e in particolar modo alle antiche varietà (landraces), un tempo molto coltivate ma negli ultimi 40-50 anni scalzate dalle varietà commerciali in Italia e in Europa.
Alcuni agricoltori mantengono ancora in vita queste preziosissime varietà che racchiudono, al loro interno, quella diversità genetica e tutti quei caratteri che un giorno non lontano potrebbero rilevarsi fondamentali per la creazione di varietà più resistenti (es. cambiamenti climatici e malattie). Infatti, in moti casi è nota la loro "rusticità", che le rende adatte ad es. alla coltivazione in regime di agricoltura biologica, oltre che, più in generale, nelle zone di origine. Inoltre queste varietà in molti casi mostrano interessanti qualità organolettiche e nutrizionali (es. basso contenuto di glutine nei grani antichi), che le rendono molto ricercate dai consumatori. Ciò, negli ultimi 10 anni, ha dato vita a "ritorni alla coltura", piuttosto che richiesta di incremento di produzione, là dove è stata mantenuta. Per questi motivi la conservazione del germoplasma in banca aumenta notevolmente la possibilità di sopravvivenza di queste varietà e del loro uso in agricoltura (filiera corta, ma non solo).
In attesa che questa importante iniziativa venga riconosciuta anche a livello istituzionale lanciamo il nostro appello ai coltivatori, "custodi di queste preziose varietà" a donare un po' di semi alla Banca del Germoplasma dell'Università di Pavia al fine di metterli al sicuro per i prossimi secoli.